Lente di rimpicciolimento
27.11.2009
Ero a scuola e non c'era il computer, il Mac.
Si faceva tutto a mano.
Non sono nostalgico di quei tempi.
Si dice che il computer tagli i contatti sociali nel lavoro e limiti le possibilità.
Che bufala!
Come se il forno a microonde o la pentola a pressione avessero mandato in fumo il piacere di chiacchierare in cucina o appiattito le ricette.
Stronzate!
Lo considero semplicemente un altra delle protesi dell'umanità per entrare in relazione con gli altri.
Come la parola e, come la parola, un altro modo per chiudersi in un silenzio autistico e sterile.
Il silenzio sterile e non creativo parte da dentro, a mio avviso.
Una volta i docenti considerati matti dai colleghi e strani dagli studenti insegnavano che se sei stato chino e vicino al tuo manifesto, al tuo logo, per curarne ogni dettaglio, ogni tanto dovevi allontanartene fisicamente.
Il metodo consisteva nel salire su uno sgabello, in piedi, sopra al tavolo e con una lente di rimpiccioloimento cercavi i difetti del tuo lavoro, da lontano, per capire se si distinguevano o no i dettagli e la sua leggibiltà o forza e così via.
E per questo che tali docenti venivano considerati matti o strani.
Ma mi ricordo che sempre più studenti cominciavano a salire sullo sgabello.
Tutti oggi ridono all'idea che una lente rimpicciolisca.
Ma ogni giorno si allontanano e si avvicinano alle cose per vederle da vicino o da distante.
Ognuno ha la sua lente di rimpicciolimento.
E nessuno si considera matto o strano.
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